valerio ha scritto:Quindi la domanda che faccio è : nonostante si pensava fosse una possibilità , in realtà il virus dell'Ebola è GIA' diventato aerobico ? Lo chiedo perchè ho letto giorni fa sui giornali che si immaginava potesse divenire un virus trasmissibile anche per via aerea , ma non avevo capito che tale passaggio fosse già avvenuto.
Inoltre , per quanto riguarda l'organismo ospitante tale virus , lessi anni fa che una ricercatrice americana aveva sviluppato una teoria coinvolgente alcune specie di uccelli , ma stava ancora lavorando su questa tesi ( tra l'altro , sembra chiaro che gli scienziati interessati allo studio di Ebola siano restii a rendere pubbliche le loro idee , onde evitare che altri colleghi rivali se ne possano appropriare).
I dati sul ceppo attuale saranno probabilmente pubblicati tra qualche mese. Fino ad allora invito tutti a prendere quanto riferisce la stampa con
molta cautela. Spiegherò tra un momento il perché.
Come detto precedentemente, il ceppo EBO-R era già in grado di diffondersi tramite aerosol, ma non avendo infettato umani e trattandosi di un fatto isolato avvenuto oltre 20 anni fa (per quanto documentato nella letteratura peer reviewed), è probabile che pochi se ne ricordassero.
Il lavoro di ricerca sul campo sull'Ebola ed altri filovirus è reso estremamente complicato da una serie di fattori: l'instabilità politica della zona, l'elevato tasso di criminalità anche in paesi politicamente stabili, la frammentazione dello habitat naturale e, forse il fattore più importante, l'elevato rischio di contagio. Tutti ricordano il caso di una ricercatrice che venne contaminata dall'Ebola mentre eseguiva una necropsia sul campo sul corpo di un scimpanzè.
Diciamo quindi che eseguire ricerche sul campo è tutt'altro che facile anche per enti con il pieno appoggio dei governi occidentali e ricchi finanziamenti.
Ora passiamo al mio invito alla cautela.
Da subito è stato chiaro che questa epidemia di Ebola, per quanto virulenta, non fosse diversa dalle precedenti. In particolare vie sono forti similitudini con quella del 1996-1997.
Ciò che è stato diverso è stato il clamore mediatico. Se ai tempi si era principalmente puntato sull'attrarre l'attenzione sulla sofferenza delle popolazioni locali, oggi si è puntato sulla possibilità di avere per la mani una nuova Morte Nera. Il solito giornalismo sensazionalista? Non solo.
Chi scrive ricorda l'isteria collettiva che ha circondato l'epidemia di influenza suina originaria del Messico alcuni anni fa.
In quel caso il sensazionalismo venne abilmente cavalcato dai colossi farmaceutici per "convincere" l'opinione pubblica della necessità di acquistare, a caro prezzo e con fondi pubblici, decine di milioni di dosi di vaccini. Come è andata finire lo sappiamo bene: queste decine di milioni di dosi di vaccini sono state distrutte una volte giunte alla data di scadenza o pelosamente "donate" a paesi del Terzo Mondo che hanno poi provveduto al loro smaltimento a costo zero.
Pochi hanno commentato sul colossale spreco e sull'inutilità della intera vicenda: viste le cifre in ballo (tanto elevate da convincere Bayer, che ai tempi stata trattando la vendita della propria divisione farmaceutica, a cambiare rapidamente idea), il denaro avrebbe potuto essere impiegato meglio in altri modi, quali corsi d'aggiornamento per il personale medico, acquisto di apparecchiature diagnostiche, costruzione di infrastutture di quarantena per infettivi, e così via.
La presente epidemia di Ebola è peggio, perché alla rapacità dei colossi farmaceutici (che già si fregano le mani all'idea dei fondi che riceveranno per lo studio di vaccini) si uniscono motivi politici.
E con questo ho concluso.