Beh, una spiegazione c'è, anche se io non vi sottoscrivo. Il mio parere è ovviamente soggetto alla presentazione di ulteriori prove e può cambiare.
La teoria più recente (ma non universalmente accettata) vuole che il bestiame europeo non sia disceso dall'uro "nostrano" ma da una popolazione relativamente piccola (circa un centinaio di individui) addomesticata nel Medio-Oriente circa 8000 anni or sono e che dopo l'arrivo di questi animali in Europa non ci sia più stato scambio genetico tra questi e l'uro.
Questa teoria non ha considerato studi precedenti che vedono alcune razze, italiane e soprattutto spagnole, come sia geneticamente che fisiologicamente molto vicine all'uro. Per esempio il ganado bravo, molto ben studiato, ha un patrimonio genetico definito come "incredibilmente antico", coll'unica infusione di sangue moderno proveniente non dal bestiame asiatico (che pure i Goti avevano portato con loro in Spagna) ma dal Maghreb, molto probabilmente un'eredità dell'occupazione musulmana.
A questo va aggiunto che la differenza genetica tra le popolazioni di uro europea e medio-orientale non è stata studiata a fondo e, almeno al momento, vengono entrambe ritenute molto simili se non uguali. E ci sono forti dubbi anche sulle sottospecie podolicus e africanus.
Una delle tendenze osservate ad esempio nell'addomesticamento è come nel giro di pochissime generazioni le dimensioni dell'animale addomesticato cambino molto rapidamente. Per i bovini ed il cane, ad esempio, la tendenza è stata verso il "rimpicciolimento", ovviamente per avere animali più gestibili in cattività. Quei resti trovati nel Po, per quanto come sempre una gradita sorpresa, non sono quindi eccezionali.
A questo aggiungo una cosa. Da secoli l'allevamento del ganado bravo segue quella che, secondo le più moderne teorie, era la struttura sociale dell'uro. All'età di un anno i vitelli vengono separati dalle madri e allevati in mandrie unisesso. Molto curiosamente gli allevatori spagnoli ritengono che questo renda gli animali più coraggiosi ed aggressivi: come osservato dagli autori antichi, da Giulio Cesare a Konrad Gesner, l'uro non aveva paura dell'uomo, anche armato, e anziché fuggire preferiva sempre combattere.
Non pensiamo che questo valga solo per i maschi: una vecchia tradizione castigliana, che oramai è legge, vuole che il toro prenda il suo coraggio dalla madre, quindi le vacche sono testate anche più rigorosamente dei tori per determinare quali siano le più aggressive e coraggiose. Queste vengono marcate e trasferite al programma di riproduzione.
E come diceva Yogi Berra: "Puoi imparare molto semplicemente osservando".
