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Una possibile interpretazione del mito dell'unicorno - criptozoo.com
La fauna del passato.
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  • 6 messaggi
#4989
http://www.nationalgeographic.it/scienz ... /?ref=fbng


Che ne pensate ? Certo , non è proprio il leggiadro puledro bianco delle leggende medioevali... ma il rinoceronte ( quello attuale )era stato in passato chiamato in causa come spiegazione del mito dell'unicorno. Per cui , è interessante la neo datazione al radiocarbonio che colloca l'elasmotherium come ancora in vita fino a 28000 anni fa , in tempi storici .
#4994
A mio parere non c'è bisogno di scomodare animali morti e sepolti da decine di migliaia di anni.

La civiltà occidentale ha conosciuto il rinoceronte solo relativamente tardi (in Cina ed India l'animale era autoctono, quindi ben noto). Si suppone che i primi contatti siano avvenuti durante le campagne di Alessandro Magno (obit 323AC) o delle varie dinastie discese dai diadochi, ma non vi è alcuna traccia nell'arte ellenistica.
Vero è anche che l'unico animale esotico d'interesse per i sovrani ellenistici era l'elefante indiano, il cui uso fu introdotto nel Bacino Mediterraneo dai Seleucidi.
I romani conoscevano il rinoceronte ma, attenzione, tutte le rappresentazioni che ci sono arrivate sono di rinoceronti con due corni, ovvero sia bianchi o neri. Per quanto fosse un animale raro, era ben noto, come dimostrano le monete coniate da Domiziano (obit 96AD), che rappresentano chiaramente un rinoceronte africano.

Molte persone non sono a conoscenza degli strettissimi legami commerciali tra Roma e l'India, che avvenivano principalmente tramite i porti del Mar Rosso (Myos Hormos, Berenike etc) e i due grandi porti commerciali indiani, Barbarikon alla foce dell'Indo e Tamluk nel Golfo del Bengala. E' quindi perfettamente possibile che i Romani fossero a conoscenza quindi anche dei rinoceronti "unicorni" asiatici, magari attraverso prodotti di lusso cinesi di cui Roma aveva un immenso appetito.

Col declino e poi il crollo di Roma, è certo che di rinoceronti in Europa non ne siano arrivati più fino al Rinascimento. Secoli e secoli in cui il rinoceronte può essere stato tranquillamente mitizzato.
A questo aggiungo che, per quanto la Via della Seta avesse un carattere di commercio prevalentemente "a tappe" (ovvero sia i prodotti dell'Estremo Oriente non venivano generalmente trasportati verso il Mediterraneo dagli stessi mercanti ma trasferiti ad altri, come in una catena), c'erano europei che si spingevano regolarmente in Asia.
Questi erano i Radaniti, mercanti ebrei principalmente basati intorno al bacino del Reno e della Mosa, che si spingevano ben all'interno dell'Asia sfruttando il network di comunità ebraiche che si era sviluppato sin dai tempi degli Achemenidi e che raggiungeva l'India e la Cina.
Non è quindi possibile che i Radaniti abbiano portato dall'Asia storie sui rinoceronti locali che, nel corso dei secoli, si sono poi fuse coi rinoceronti mitizzati d'era romana?

A questo aggiungiamo un altro strato di confusione: per quanto i Vichinghi siano comunemente rappresentati come indomabili guerrieri e feroci razziatori, erano mercanti attivi ed incredibilmente intrepidi.
Per quanto siano stati principalmente attivi nell'area Pontico-Caspica, le loro attività coinvolgevano anche l'Europa Occidentale.
Sappiano che tra i prodotti che i Vichinghi offrivano c'erano anche denti di narvalo, ottenuti dall'estremo nord della Scandinavia, e guarda caso il dente del narvalo maschio ricorda moltissimo il "classico" corno di unicorno... : Wink :
#4997
La mitizzazione dev'essere un fenomeno curioso : io penso che l'antipatia innata della nostra specie per le cose sbrigativamente definite " brutte " , oltre ad esercitare comunque un fascino a sua vota istintivo , determina anche una metamorfosi volontaria e richiedente secoli per potersi formare in un qualcosa di completamente all'opposto del suo archetipo originario : mi riferisco alla trasformazione da rinoceronte a cavallo del nostro caro unicorno , cioè da brutto anatroccolo goffo , pesante e irascibile a puledro misterioso , sfuggente e combattivo.

Eppure , il rinoceronte resta effettivamente il miglior candidato : il lato irascibile del carattere dell'unicorno , unito ( se non erro) anche alla leggenda volente che una tazza fabbricata con il suo corno rendesse immuni ai veleni contenuti nei liquidi ivi versati , ben si conciliano con le caratteristiche reali e immaginarie del nostro mammifero corazzato...

Anche la sua combattività , che secondo le leggende si sarebbe arrestata solo grazie ad una fanciulla vergine , sul cui grembo il cavallo cornuto avrebbe posato il capo , si abbina bene alla indole nervosa e appunto combattiva del rinoceronte ,alle volte in grado di attaccare persino gli elefanti .

L'ipotesi del National Geographic relativa all'elasmoterio come iniziale fonte d'ispirazione per questa meravigliosa leggenda , in ogni caso , vede comunque in un antenato dei rinoceronti il suo archetipo , sebbene questa sia a quanto pare una semplice coincidenza .

Ancor + suggestiva , a parere mio , la provenienza del corno del narvalo ad opera dei vichinghi : il solo corno , vista l'assenza del cadavere , avrebbe potuto ben ispirare dicerie e leggende alimentate dall'umana tendenza a creare favole , in una catena infinita che si perde attorno al fuoco , dalla notte dei tempi..
#4998
PS : Anche : Orice araba[modifica | modifica wikitesto]

Orice araba di profilo
L'orice araba è un'antilope con due corna lunghe e sottili che si protendono indietro dalla fronte. Guardando uno di questi animali di fianco e da una certa distanza l'orice araba può sembrare un cavallo con un solo corno (sebbene le corna dell'orice siano rivolte all'indietro e non in avanti come nelle rappresentazioni tradizionali dell'unicorno). Verosimilmente, viaggiatori nella Penisola arabica possono aver tratto la storia dell'unicorno da questi animali, tantopiù che spesso si rompono un corno nel corso dei loro combattimenti.

La Peregrinatio in terram sanctam di Bernhard von Breydenbach ed Erhard Reuwich, pubblicata nel 1486 è stato il primo libro di viaggi illustrato e descriveva un pellegrinaggio a Gerusalemme e in Egitto, passando per il monte Sinai. Il libro conteneva molte grandi xilografie di Reuwich, perlopiù paesaggi e vedute di città, ma anche rappresentazioni di animali come il coccodrillo, il dromedario e l'unicorno, presumibilmente un orice, che possono essere stati visti facilmente durante il viaggio.
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