La scorsa estate c'è stato un susseguirsi di varii avvenimenti, alla biblioteca di Santa Margherita non sono poi andato. Ma la settimana scorsa ho visto su una bancarella qui a GE una copia del Paese delle Grandi Orme in versione scolastica "facilitata" (sic), penso per la scuola media

Visto, preso, letto

Il giornalista Martin Cooper e il suo amico e collaboratore Deg, fotografo, sono inviati dal loro giornale newyorkese nella giungla amazzonica a cercare l'Onactornis, perché un anziano scienziato, amico del direttore del giornale, morendo gli ha lasciato in eredità una scatola con una piuma, un artiglio e una lettera. Dopo la risalita del fiume in battello e l'incontro-scontro con l'inquietante "commissario", i nostri eroi e due nativi partono alla ricerca del mostro. Incontrano un villaggio abbandonato, il loro campo base va a fuoco, un attacco armato distrugge la macchina fotografica, trovano un enorme uovo fetido. Finalmente incontrano l'ultimo rappresentante vivente di Onactornis che li aggredisce. Vengono salvati per un pelo dalla loro guida, che a sua volta assale quest'uccello corridore con l'elicottero, lo aggancia e lo abbandona nelle sabbie mobili. Alla gioia per lo scampato pericolo si unisce il dolore per avere distrutto l'ultimo esemplare dell'animale, senza neppure avere immagini o prove della sua sopravvivenza. Guardando Wikipedia ho visto che gli Onactornis (sinonimo di Devincenzia) esistettero davvero e si estinsero circa un milione e mezzo di anni fa. Vivevano nel Sud America e, dopo la "nascita" dell'istmo di Panama, anche nel Nord, e facevano parte dei cosiddetti terror birds; il seriema pare sia un loro lontano discendente, che non credo terrorizzi nessuno ... E' interessante che, secondo un accenno di Wikipedia italiana alla voce Titanis walleri (ma anche quella inglese parla di "dopo l'arrivo dell'uomo in Nordamerica"), per un certo periodo si credette ad un'estinzione dei terror birds in tempi molto più vicini, circa 15.000 anni fa. Mino Milani, quindi, non solo non aveva inventato l'animale, ma probabilmente si riferiva, quando scriveva, ad un essere che si credeva estinto relativamente da poco tempo, comunque dopo il sorgere dell'homo sapiens. Adesso desidero ancora di più leggere la versione originale!
"Ci sono più cose fra cielo e terra, Orazio, di quante non contenga la tua filosofia" W. Shakespeare