Ce ne sono finchè ne vuoi...
1)Daubentonia robusta. Una sopravvivenza in tempi recenti (anni '30) di questo "fratello maggiore" dell'aye-aye è postulata in base alla testimonianza di un funzionario coloniale di nome Hourcq che avrebbe visto una pelle di aye-aye grande il "doppio del normale" in un villaggio nel distretto di Soalala nel 1930. Il proprietario della pelle si rifiutò di venderla.
2)Tratratratra. Nome basato sul richiamo. Grande come un vitello, pelo crespo, con viso ed orecchie simili a quelle di un uomo. Menzionato dal "solito" ammiraglio Etienne de Flacourt nella sua storia naturale del Madagascar. Secondo Bernard Heuvelmans si trattava del lemure terrestre Paleopropithecus.
3)Fotsiaondré. Il suo nome malgascio significa "pecora bianca" ed è proprio ad una pecora che somiglia. I grandi occhi ed il muso lungo tendono però ad undicare che si tratti di un lemure di abitudini terrestri.
4)Kidoky o Kilopitsofy. Un altro possibile lemure terrestre, forse un superstite dei genus Archeolemur o Hadropithecus. E' solitario e la sua andatura somiglierebbe a quella del sifaka.
5)Malagnira. Un minuscolo lemure, da alcuni identificato come una popolazione separata di Microcebus myoxinus.
6)Tompondrano. Il suo nome significherebbe "signore dei mari". Le descrizioni sono abbastanza vaghe e al momento l'unica testimonianza attentibile e ritenuta quella di Georges Petit, un ispettore della pesca del governo coloniale, che durante un'uscita in canoa notturna con alcuni pescatori vide una "grande creatura" col corpo illuminato in diversi punti da bioluminescenza. I malgasci si rifiutarono anche solo di guardarlo e si allontarono remando a gran velocità. Si trattava di un Tompondrano, la cui sola vista è presagio di grandi pericoli. E' curioso notare che il Tompondrano avrebbe un ciclo vitale simile a quello dei favolosi Lindorm della Scandinavia: nascerebbe sulla terraferma (la sua forma terrestre è chiamata fananina) e quando diviene troppo grande si getterebbe in mare.
Se mi viene in mente altro, lo posto dopo.